PINEROLO – È stato presentato oggi a Pinerolo, in occasione dell’edizione locale della fiera del lavoro IOLAVORO, la quarta edizione del Rapporto “Ripartiamo Insieme” sulle attività produttive e sulla situazione occupazionale del Pinerolese. Promossa dall’Osservatorio permanente sul Pinerolese di “Ripartiamo Insieme” (Consorzio CPE, CGIL CISL UIL) e realizzata da Camera di commercio di Torino e Agenzia Piemonte Lavoro, l’analisi rappresenta un momento importante per fare il punto sul Pinerolese e avere un quadro aggiornato della situazione, restituendo una fotografia sia dei punti di forza sia delle criticità. L’iniziativa è nata grazie al lavoro del Gruppo Sviluppo Economico di “Ripartiamo Insieme”, coordinato da Enzo Pompilio d’Alicandro, vicepresidente della Camera di commercio di Torino, in collaborazione con altri gruppi di lavoro, per contribuire a ricercare opportunità di crescita economica, partendo dalla riflessione sul presente.
L’analisi della Camera di commercio di Torino sul tessuto imprenditoriale pinerolese
Per quanto concerne l’analisi del tessuto imprenditoriale, anche quest’anno la Camera di commercio di Torino ha realizzato un focus sulla natimortalità delle imprese nel territorio del Pinerolese, che ha come bacino di riferimento 47 comuni (45 appartenenti alla zona omogenea del Pinerolese, ai quali si aggiungono i comuni di None e Volvera), con un breve affondo sulle attività che compongono la filiera agrifood. Con oltre 146.000 residenti, 13.991 sedi d’impresa e 3.144 unità locali, il territorio del Pinerolese rappresenta poco più del 6% delle dimensioni economiche e sociali della città metropolitana di Torino. Pinerolo, Cavour e Volvera sono i primi tre comuni per numero di imprese e su di essi è insediato il 36,1% delle imprese totali. Nel corso del 2023 ammontano a 678 le iscrizioni di nuove imprese, a fronte di 743 cessazioni. Ne consegue che il tasso di natalità è pari a 4,80% (rispetto al 5,59% della provincia di Torino), mentre quello di mortalità è 5,26% (5,14% quello della provincia); di conseguenza il tasso di crescita si assesta a -0,46%, un dato in negativo dopo due anni di segno positivo. Rispetto alla città metropolitana di Torino, il Pinerolese si caratterizza per una forte presenza di imprese individuali (65,8% a fronte del 53,5%) mentre minore è il peso delle società di capitale (il 12,4% verso il 23,0%). Tuttavia, nell’ultimo decennio, sono proprio le società di capitale a registrare un significativo incremento di stock, pari al +37,7%, a fronte di decrementi di tutte le altre forme giuridiche, segno di un progressivo irrobustimento del tessuto imprenditoriale. A livello settoriale, il commercio (il 19,8% delle imprese registrate) è il primo settore per consistenza, seguito dai servizi prevalentemente orientati alle imprese (18,5%), agricoltura (17,7%) ed edilizia (17,4%). Minore il peso dell’industria (10,1%), attività di alloggio e ristorazione (6,5%) e servizi alle persone (7,3%), unico comparto in crescita rispetto al 2022. Al fine di dare un peso alla filiera agrifood presente sul territorio pinerolese, sono state prese in esame le imprese operanti nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, nell’industria alimentare e delle bevande e quelle di distribuzione commerciale a cui sono state aggiunte alcune attività professionali scientifiche e tecniche (per esempio collaudi e analisi tecniche di prodotti) e altre di supporto afferenti al settore. La filiera così delineata rappresenta il 24,8% delle imprese con sede nel Pinerolese, figurandosi come il segmento produttivo più incidente in questo territorio, caratterizzato da una forte connotazione agricola, rispetto a quello della città metropolitana di Torino, in cui il peso della filiera agrifood sul totale imprese è del 12,2%. Ai dati sulle imprese, si affianca, come negli anni passati, l’analisi della movimentazione del mercato del lavoro grazie alla collaborazione con Agenzia Piemonte Lavoro.
Il mercato del lavoro
Anche quest’anno, accanto all’analisi della natimortalità imprenditoriale, è stato realizzato un focus dedicato al mercato del lavoro e all’attivazione e cessazione di nuovi rapporti di lavoro all’interno del territorio di interesse. L’approfondimento è stato reso possibile dalla collaborazione avviata nel 2020 fra Camera di commercio di Torino e Agenzia Piemonte Lavoro, con l’obiettivo di incrociare gli elenchi di imprese attive sul territorio estratti dal Registro Imprese della Camera di commercio di Torino e l’insieme generale dei movimenti contrattuali con luogo di lavoro nel bacino di riferimento. Nell’arco del 2023, delle 13.991 imprese registrate presso la Camera di commercio di Torino nel 2023, il 14,5% ha attivato rapporti di lavoro di tipo subordinato e parasubordinato, mentre il 14,2% ne ha cessati. Oltre al già proposto indicatore di dinamicità delle imprese, da quest’anno è stato elaborato anche l’indicatore della dinamicità del mercato del lavoro locale. Il primo corrisponde alla differenza tra le imprese registrate che hanno attivato e cessato contratti di lavoro: il 2023 ha raggiunto la dinamicità occupazionale delle imprese del 2019 con 0,3, in crescita rispetto agli anni precedenti (era 0,1 nel 2022 e nel 2021). Il numero di imprese che genera movimenti contrattuali è tendenzialmente stabile. Il secondo si concentra sulla differenza tra i rapporti di lavoro attivati e cessati da imprese registrate e descrive la dinamicità dei movimenti contrattuali: il 2023 con uno 0,8 si avvicina al dinamismo del 2019 mentre nel 2022 sale di 1,2 punti percentuali rispetto al 2019 e di 0,7 rispetto al 2021, dando significatività alla ripresa del territorio.
In generale, l’anno prima della pandemia il settore trainante secondo questi due indicatori è quello dei servizi; l’industria invece registra una contrazione. Dopo la pandemia il mercato si è equilibrato e nel 2022 risulta più dinamico nelle costruzioni e nel commercio con la ripresa dell’industria. Nel 2023 si consolidano i saldi occupazionali: molto attivo il settore dei servizi, che compensa turismo e pubblici esercizi, meno stabili. Inoltre, la novità di quest’anno è l’approfondimento riservato alla filiera agrifood, che segna un turn over di movimenti occupazionali legato alla stagionalità che rappresenta circa l’11% di tutti i contratti sia in entrata sia in uscita dal mercato del lavoro.
I servizi alle imprese dei Centri per l’impiego
A completamento della panoramica del mercato del lavoro locale vengono presi in esame i servizi erogati alle parti datoriali intermediati dai Centri per l’impiego. Sono 414 le aziende che hanno ricevuto 1.720 servizi di vario tipo, con una media di 4,2 attività erogate a singola azienda. Tra queste 145 sono in obbligo di legge secondo la legge 68/1999 e hanno ricevuto 265 servizi inerenti alle loro richieste. Il Centro per l’impiego intercetta con attività di intermediazione prevalentemente professioni di media qualifica e riesce a evadere il 19,2% delle richieste assorbendo una percentuale omogenea di professionalità richieste dal territorio.